Alcuni limiti di certa formazione spirituale

Nella Chiesa siamo agli albori della ricerca di una spiritualità divina e umana in Gesù. Uno scoprire per grazia lo Spirito di Cristo che scende con delicatezza, a misura, nella vita specifica di ciascuno. Imparando dunque a non lasciarsi ingannare da sensi di colpa, forzature, risposte meccaniche o inutili sbrachi.

Su questa via rientrando gradualmente in contatto col proprio cuore semplice nella Luce serena e così riconoscendo sempre più anche ansie, programmi astratti, voci interne ed esterne non nello Spirito o in parte non nello Spirito.

Si tratta di un percorso nel quale a tempo debito molto giova l’aiuto di formatori preparati con i quali dialogare su tutta la propria vita, la partecipazione ad adeguati cammini, non in eterno meri corsi, di fede personali e comunitari…

È Gesù che chiama, opera. Il formatore può aiutare la specifica persona e la comunità cercando insieme le piste adatte ma ciascuno troverà nella sua vita vissuta il maturare del discernimento, gli aggiustamenti, verso una sequela semplice e piena di buonsenso nella fede.

Oggi astrazioni, volontarismi, che vengono trasmessi dalle guide possono non poco complicare la crescita di molti. Ridurla ad una conoscenza intellettualistica, ad un fare, centrarla poco sulla sequela nella fede di Gesù, quello dei vangeli e dunque tra l’altro nella sempre nuova scoperta del suo discernimento divino e umano e delle sue mille grazie che vengono in mille modi.

Nelle comunità si possono sviluppare marcate dinamiche affettive più che spirituali, anche con forme di pressione e di ostacolo ad una libera e serena apertura ad una crescita autentica a tutto campo.

Dio sa come condurre ogni persona, quando viene in lui l’ora opportuna di uno sviluppo più libero, sereno e profondo si tratta di doni molto grandi.