Vie del discernimento

La via del discernimento è, almeno tendenzialmente, la via del cuore non razionalistico, non spiritualistico ma divino e umano di Gesù. Nei riferimenti essenziali e dinamici quello che vediamo nei vangeli. Si possono dunque prendere invece, anche in campo cristiano, strade parziali. Per esempio spiritualiste, ossia attente ad una in varia misura astratta anima più che all’umanità intera di ogni specifica persona. O razionaliste, tendenti a conoscere con logiche a tavolino, dunque con riferimenti che aiutano poco a comprendere la vita concreta orientando alfine al pragmatismo, ad un fare meccanico, meno portato ad un discernimento rivolto alla persona, alla realtà, specifica.

 

Da queste tendenze di fondo possono nascere visioni variamente riduttive della Trinità, della Chiesa, della cultura, della società, di ogni specifica persona. Si aprono strade feconde per esempio stimolando a cercare, in un graduale cammino, ciascuno con il suo mandato divino  specifico, dal vivo, l’incontro, la condivisione, la crescita comune. Aspetto decisivo: tendenzialmente venendo anche così orientati a non ridurre, a non distorcere, per esempio vivisezionando, schematizzando, in pure per certi aspetti utili competenze o ponendo in modo magari inconsapevolmente superbo meno ascolto a qualcuno. Il regno di Dio non è là o là, dice Gesù, perché è in mezzo a voi. Si tratta di cammini imprescindibili perché ognuno possa maturare verso una spiritualità sempre più profonda ed equilibrata, integrale, meglio centrata in Cristo, Dio e uomo, nel suo discernimento. Avvicinandosi per grazia all’autentico cuore divino e umano di Gesù. In lui si possono intuire le istanze positive di ciascuna impostazione spirituale, filosofica, scoprendo vie che le mostrano armonizzate con le altre in una sintesi che anche le supera. Per tali percorsi si cresce anche per esempio imparando dal bisogno di autentica, non moralistica, scientista, comprensione di ogni persona. Tra gli altri aiuti per una maturazione sempre più liberamente, equilibratamente, incarnata quello di un padre spirituale che si è aperto, almeno implicitamente, ad una vissuta ricerca del cuore divino e umano di Gesù, sul quale lo Spirito scende delicatamente, a misura, come una colomba.

 

Da tali, per grazia, rinnovati riferimenti essenziali, tendenzialmente appunto dal cuore divino e umano di Gesù, possono poi nascere visuali a tutto campo più comprensibili anche ad ogni vecchio orientamento. Intuiamo perché può risultare più ostico il cercare di avvicinare tra loro le diverse dottrine con ragionamenti a tavolino o anche con un fare meno aperto ad una rinnovata maturazione. La vissuta ricerca di un sempre più adeguato discernimento ricuce la scissione tra astratte teorie e pragmatismo del quotidiano. Porta da una conoscenza talora in vario modo riduttiva e prefabbricata verso una crescita della consapevolezza del cuore nella luce serena, in contatto vivo con la realtà specifica, viva, non vivisezionata. E a queste strade si può accennare per iscritto ma possono venire fatte sempre più proprie, nello Spirito, solo in una vita vissuta, condivisa, gradualmente senza distorcenti schemi, senza fasulli elitismi, senza esclusioni. Schematizzare, formalizzare, scartare, sono atteggiamenti che sclerotizzano il cuore invece di aprirlo alla grazia divina e umana dell’incontro. E alle sue sorprese.

 

Il cuore divino e umano di Gesù è la chiave di ogni cosa, scioglie ogni nodo, apre strade sempre nuove, feconde, a tutto campo.

 

 

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