Premessa ai commenti al vangelo scritti

Premessa ai commenti al vangelo scritti

Prima di inserire questi commenti ho segnalato che essi costituiscono una germinale vissuta riflessione che poi si trasforma spesso in una storia (anche questa con un possibile canovaccio ad hoc per la gente che troverò) che racconto in quella particolare messa. Cercando la sintonia con le persone che vi partecipano. Gesù insegna a non preparare prima il proprio intervento nel senso di prima di Lui, senza di Lui. Dunque con Lui il sacerdote si prepara ma resta sempre aperto allo Spirito nelle situazioni vive, senza andare col pilota automatico ripetendo una lezioncina. Dietro a Cristo, in Cristo, che è anche il suo corpo, quei fedeli.
Oggi riesco a trascrivere una storia che appunto in un blog può non avere tutte le caratteristiche di cui sopra ma che forse può comunque lasciar trasparire qualcosa.
Le storie non sono tutte uguali, sono piene di sfumature diverse per cui raccontarne solo una rischia di poter evidenziare troppo alcuni aspetti trascurandone tanti altri. Cristo ha condiviso la vita, ha dialogato, e ha raccontato tante parabole. Una narrazione giova sì ma di più in un tale contesto. La Parola è Gesù stesso che aiuta con delicatezza ciascuno ad aprire gradualmente il cuore non secondo schemi prefabbricati ma per le vie del suo personalissimo cammino verso l’amore, la fede. È nell’amore che possiamo scoprire l’amore. Non nelle regole meccaniche. L’amore autentico di Dio libera, fa rinascere tutto l’uomo, anche psicologicamente. Solo l’amore scioglie in modo tendenzialmente pieno i nodi, apre strade. Non i moralismi, non le tecniche psicologiche e nemmeno giustapposizioni tra questi due aspetti. Anche uno psicologo cristiano potrebbe rischiare di più o meno giustapporre tali astrazioni.