Il dramma dell’elitarismo

Il dramma dell’elitarismo

Un aspetto paradossale, se non fosse drammatico, del nostro tempo è quello di elites che hanno sfasciato completamente la società ma quando non vengono seguite accusano il popolo di ignoranza. Non sono esse che hanno svuotato la gente della sua viva ricerca identitaria e dello scambio con una formazione, fin dalla scuola, meramente intellettualista, omologata? 

 

Non sono esse che parlano di partecipazione, di dialogo, ma quando il popolo non condivide le loro direttive lo mettono in vario modo a tacere tacciandolo di incompetenza? Imponendo le proprie scelte, sempre a favore dei pochi burattinai ricchi e potenti, come uniche vie scientificamente possibili?

 

Il popolo è spogliato dei propri risparmi, precarizzato e schiavizzato nel lavoro, svuotato della propria libera ricerca e dunque di un autentico scambio, anche le famiglie, le piccole imprese, le libere professioni, tutto ciò che può rappresentare un contropotere dal basso raso al suolo, portando la società al crollo ma questi apparati continuano a sentirsi, o a fingere, le uniche possibili guide della società. 

 

Anche nella Chiesa può essere accaduto a certi responsabili di imporre, magari da un lontano alto, astrazioni, vie disincarnate e pseudo elitarie, oppure, fuggendo da tali piste, vie pragmatiche, poco attente anche allo sviluppo delle identità e dunque dell’autentico scambio. Anche nella Chiesa, nel giusto intento di accogliere certe critiche e non imporre meccanicamente la fede cristiana, si è potuta approvare una formazione scolastica intellettualista e falsamente neutrale che ha seminato largamente il proprio credo svuotando i giovani degli slanci di una libera, plurale, ricerca identitaria e dunque, come dicevo, di un vero scambio. Non sempre più piena vicinanza alla persona specifica e ai suoi bisogni. 

 

Si può accusare la gente di poca fede, di egoismo, di immaturità, invece di cercare di comprendere i propri errori. Addirittura si può affermare che la realtà la si comprende meglio dalle periferie, che la via dell’autentica crescita è sinodale, partecipativa, mettendo poi ogni impegno per tacitare ogni voce diversa. Il popolo, si dice, in mille modi può segnalare certe deficienze ma se non la pensa come voluto da alcuni potenti allora è infantile oppure esso viene silenziato e interpretato secondo gli interessi del potere. Certo per esempio nella Chiesa vi sono persone buone che semplicemente non si avvedono di una propria possibile sordità. Anche nella Chiesa siamo agli albori di un imparare a mettere più pienamente in discussione persino il proprio Gesù nel Gesù reale e con l’aiuto di ogni uomo. Grazie, semi, densi di fecondissimi sviluppi. 

 

Lo sfacelo è talmente crescente che ci si chiede quanti nonostante tanto spogliamento a tutto campo continuino a dare credito a certe letture uniformate della situazione. Nelle quali per esempio si esaltano politici, pensatori e uomini di cultura che ripetono lo stesso ritornello del pensiero omologato e dunque svuotante. Secondo gli interessi di chi vuole ridurre le persone a meri individui consumatori persi in una massa anonima. Speriamo non sia solo un disfacimento generalizzato a costringere, almeno gli eventuali superstiti, a cercare di appoggiarsi sempre più alle fonti autentiche della vita.