Il cuore divino e umano di Gesù, chiave di ogni cosa. Una strada semplice e profonda

Il cuore divino e umano di Gesù, chiave di ogni cosa. Una strada semplice e profonda

Tra balzi, sobbalzi, oscillazioni, nella Chiesa stiamo vivendo forse un cammino di avvicinamento sempre più profondo al cuore divino e umano, non solo devozionistico, di Gesù. Anche, proprio, quello dei vangeli, riscoperto con rinnovata fiducia non solo come Dio ma anche come uomo, come principale punto di riferimento, nelle impostazioni essenziali, anche culturale. Cristo ci è (anche) avanti: egli è l’alfa e l’omega.

Niente risposte prefabbricate, cammini spirituali disattenti all’umano specifico, generici solidarismi senza vissuta ricerca spirituale ma discernimento delle situazioni concrete, accompagnamento personalizzato della crescita verso Cristo, non schemi astratti. Attenzione alle condizioni, ai bisogni, reali, una pastorale diversificata in base ad essi, ad ogni determinata persona. Ascolto attento, spirituale e umano, come importante via per la soluzione di mille questioni, per la formazione, vicinanza concreta e a tutto campo, non spiritualistica: le parabole del figliol prodigo, del buon samaritano, dei discepoli di Emmaus, sembrano prendere naturalmente nuova vita.

Si viene stimolati a meditare con rinnovata attenzione tutto il vangelo, pronti a nuove scoperte, riferendosi in ogni cosa prima di tutto proprio al Gesù dei vangeli, talora invece anche nella Chiesa posto in secondo piano rispetto ad altre teorie, altre prassi. Tendenze che sembrano non cercare una vissuta, sempre più profonda, sintonia col suo autentico cuore, discernere.

Questo amore sempre più così divino e così umano, questo cercare di appoggiarsi (con continui possibili chiarimenti-scoperte anche qui) sempre più, per prima cosa, a Cristo, alle fonti della grazia, rivela sempre più la sua totale misericordia. Il suo comprendere, perdonare tutto, il suo desiderio di aiutare in tutto, in ogni discreto modo. Il suo essere vicino, dunque, ad ogni uomo, rivelando tanta possibile bella vicinanza anche tra le persone. Stiamo forse entrando sempre più profondamente in un passaggio, in una liberazione da orientamenti riduttivi, distorcenti, come lo spiritualismo, l’intellettualismo, il pragmatismo, tutte tendenze che possono indirizzare anche subliminalmente al secolarismo, ad uno svuotamento delle persone e di qui al drammatico pensiero unico, alla drammatica omologazione tecnicista che sta conducendo la società verso il crollo.

Stiamo forse alla fine avanzando verso una rinnovata, sviluppata, scoperta di una via nell’essenza semplice e profonda, quella del cuore divino e umano di Gesù nella luce che scende a misura, delicatamente, come una colomba. La via del suo amore divino e umano che rivela sempre più ogni cosa, facendo incontrare gli uomini in avanti, in Lui. Una via che apre, già ha aperto, nuovi orizzonti in tutti i campi della vita, della cultura. Una via che scioglie i nodi: un giovane afferma di dovere accantonare la religione a causa di certe teorie scientifiche, della cultura… ma se chiedono cosa gli suggerisce la sua serena coscienza potrà rispondere, dove avesse ricevuto il dono della fede, di credere in Cristo. Ecco spesso facilmente risolto il problema, rivelando gli inceppamenti razionalistici. Lo Spirito che grida Abbà, Padre.

Non voglio qui entrare in questioni complicate ma oggi anche molti matematici, logici, atei, sanno, dopo Goedel, che la logica si fonda su una fede. Ossia su un punto non dimostrabile ma da accogliere come dato. La logica stessa si scopre maturando sempre più in Cristo, Dio e uomo. Non avvertiamo di riflettere in modo nuovo, più profondo e vivo, maturando?

Non può far riflettere che Maria, che nei vangeli ha pronunciato poche densissime parole, abbia detto a Fatima che il suo cuore immacolato trionferà? Papa Benedetto ha chiesto a Maria, a Fatima (maggio 2010), che si affrettasse la vittoria del suo cuore immacolato entro il centenario delle apparizioni (2017). E’ Cristo che rinnova ogni cosa, se lo accogliamo, sua è l’opera della salvezza. Si può aggiungere che scoprire, nel suo nucleo essenzialissimo poi sempre da approfondire, questa via può risultare più difficile per persone con una strutturazione spirituale-culturale di lunga data mentre la gente si può sentire invece finalmente compresa, amata, secondo il proprio autentico percorso, i propri bisogni. Messa, ognuno secondo il suo personalissimo cammino, su una via semplice, autentica, serena. La difficoltà dunque non è in se ma può essere nel passaggio.