Gesu’, i poteri religiosi, la politica

Gesu’, i poteri religiosi, la politica

Interessante meditare su come Gesù viveva i rapporti con i vari orientamenti, con la politica.

Tendo a ritenere che, almeno in molti casi, il sacerdote debba seguire in ciò lo stile di Gesù. Mentre il laico è giusto che in un modo o nell’altro prenda posizione a tal proposito.

Dialogo, comprensione, accompagnamento verso una crescita. Così anche gradualità di un percorso, passaggi personalissimi, ben oltre schemi astratti. Pensiamo a Nicodemo. Cristo era vicino a ciascuno, orientava verso le chiavi profonde di sblocco della maturazione di ciascuno. Non era in guerra con alcuni né ingenuamente associato e alfine manipolato da altri. Poteva indicare senza equivoche parzialità atteggiamenti errati. Quasi mai, se non in casi di stretta necessità, faceva però riferimento a persone concrete. Mostrava un profondo, equilibrato, discernimento sui tempi, sui modi, sulle piste, anche del rapportarsi ai poteri. Dialogare, condividere, pazientare, stimolare… Certo essendo Dio poteva avere un sintonico polso della situazione non facile ad una mera creatura umana. Ma anche era capace di ascoltare, di imparare da ognuno. Come vediamo in tanti episodi della sua vita: con i dottori del tempio, con Giovanni Battista…

Rileviamo come la sua autentica sequela poteva aprire ad un rinnovamento non solo personale ma anche comunitario. Liberando tra l’altro nell’intimo dalle logiche di apparato, dalle parole d’ordine, che distingueva dalle persone e dal loro realistico percorso: “date a Cesare…”. Mentre tante meschinità gli hanno impedito di poter rinnovare ancor più la vita di tutto un popolo. Al tempo stesso non è stato un perfezionismo da energumeni a collaborare con lui ma la semplice piccolezza in fondo desiderosa di lasciarsi aiutare. E conforta il constatare che in mezzo a certa possibile cattiva miseria la storia della salvezza tesseva paziente la sua meravigliosa tela: http://gpcentofanti.altervista.org/la-parola-carne/